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- Papale papale -
L’ennesimo presepe blasfemo di Papa Francesco
Con il presente scritto apriamo una nuova categoria di articoli dedicata alle azioni e parole dei papi che ci sembra perfetto chiamare “Papale papale”.
A
nche quest’anno possiamo ammirare il presepe in Piazza San Pietro, a Roma.
Vari articoli di giornale ne vantano le caratteristiche ecologiche, sottolineando che è stato realizzato dal comune di Sutrio, in Carnia (Friuli Venezia Giulia), ed è interamente costruito in legno, ma senza l’abbattimento di alcun albero in nome della sostenibilità ambientale.
Tutto molto bello ed eticamente ineccepibile in un momento in cui le sorti del nostro pianeta sono al centro del dibattito mondiale e delle iniziative che condizioneranno, in bene e in male, le nostre vite, e la nostra economia, per i prossimi anni.
Ammirando la struttura della calotta che rappresenta la grotta, però, non possiamo ignorare ciò che, ai nostri occhi, è un’aberrazione.
La grande coda della cometa, che parte dal profilo destro della cupola, culmina con una stella a nove punte, scelta alquanto insolita per le rappresentazioni legate alla cristianità, che ha invece sempre utilizzato stelle a cinque, sei o otto punte. Lo stesso abete che affianca il presepe sfoggia una tradizionale stella a otto punte sulla cima.
All’interno della stella cometa del presepe ve ne è anche una seconda, sempre a nove punte, ma rovesciata.
Perché si è deciso di adottare una forma tanto particolare e mai legata al simbolismo cristiano?
In realtà, la stella a nove punte, è invece il simbolo inequivocabile della religione Bahai (Bahá'í), per la quale ha valenza identificativa, al pari di quella che hanno la croce per il cristianesimo, la stella di Davide per l’ebraismo e la mezza luna con la stella per l’islam.
Esporre una stella a nove punte nel cuore della cristianità ha quindi la stessa valenza blasfema che avrebbe per l’islam apporre un crocefisso sopra la Kaʿba, a La Mecca o, per l’ebraismo, sulla sinagoga Hurva a Gerusalemme.
È evidente che la stella a nove punte sul presepe passi inosservata agli occhi dei più, che non possono conoscerne il significato, ma questo accade continuamente in materia di simbologia – ancor più in quella esoterica e iniziatica – che sono nate nella notte dei tempi proprio per far sì che solo “chi doveva capire” capisse.
In questo caso non ci troviamo di fronte a un simbolo occulto, ma semplicemente non conosciuto dalla maggior parte dei fedeli cattolici.
Come ci chiedevamo sopra, quale sarebbe il motivo per cui sarebbe stata fatta una scelta che ha del blasfemo proprio nell’ultimo posto al mondo dove ci immagineremmo di trovarla?
Negli ultimi anni Papa Francesco ha dato numerosi messaggi di dialogo con le altre religioni, alcuni espliciti, al punto dell'eresia cattolica, altri meno.
Ebbene, la religione Bahai, basata sugli insegnamenti di Bahá'u'lláh (1817-1892), è una religione monoteista assolutamente recente – nata in Iran nel XIX secolo – che si fonda sul concetto che tutte le religioni mondiali si basino in realtà sullo stesso Dio e che sia necessario arrivare a una unificazione mondiale di culto, governo, moneta, istruzione, lingua ecc.
In sostanza si punta all’unificazione, a livello mondiale, di tutto ciò che riguarda l’essere umano dal punto di vista delle necessità materiali, da quello delle istituzioni e da quello spirituale, creando un unico culto che raccolga tutte le religioni e che dovrà essere, ovviamente, il culto Bahai.
Questa unificazione dei culti è chiaramente espressa dall’ideogramma esposto sui siti della comunità Bahai e nell’architettura delle case di culto Bahai.
La religione cattolica verrebbe quindi inglobata in un disegno più ampio, che ne disgrega totalmente l’essenza e ne vanifica gli intenti e il messaggio salvifico espresso dal sacrificio del Cristo, non riconosciuto dalle altre religioni che andrebbero a far parte dello stesso grande culto.
Sul sito delle comunità Bahai italiana si legge:
«I bahá’í non considerano questi principi come semplici espressioni di una vaga aspirazione: li intendono come questioni di cui occuparsi nell’immediato. Essi non sono traguardi da raggiungere attraverso battaglie politiche, ma obbiettivi da conseguire attraverso un processo di crisi e vittorie, al quale partecipano attivamente gli individui, le comunità e le istituzioni. In migliaia di località in tutto il mondo, i bahá’í lavorano per realizzare questi ideali».
Non è scopo di questo articolo entrare nel merito dei princìpi della religione Bahai, della quale possiamo condividere molti punti, in particolare quello relativo alla conoscenza:
«L’ignoranza è assenza di conoscenza, una condizione indesiderabile, sia per noi stessi sia per il prossimo, e di ostacolo al progresso della società. La sete di conoscenza è una delle forze basilari che ci consentono di realizzarci come esseri umani. Un innato desiderio di sapere spinge ogni essere umano a voler comprendere le regole che governano l’universo e le infinite molteplicità dei suoi fenomeni. La sete di conoscenza ci spinge anche a cercare di comprendere meglio i misteri della natura umana».
“Il sapere è come un'ala per la vita dell'uomo e una scala per la sua ascesa.
Acquisirlo è un obbligo per tutti”.
Bahá’u’lláh
Non possiamo però ignorare il fatto che i punti elencati sopra siano proprio i cardini del Nuovo Ordine Mondiale, propagandato dell’élite illuminata che sta ai vertici del potere planetario e dalla Massoneria, e riteniamo lecito chiederci se, il citato “processo di crisi e vittorie” necessario all’unificazione mondiale, sia costituito su crisi provocate o stimolate appositamente per tali finalità; tantopiù se è vero che vi “partecipano attivamente gli individui, le comunità e le istituzioni”.
A chi ci si riferisce quando si parla di “istituzioni”?
Poiché, nel testo citato sopra, viene espressamente rimarcato: “non sono traguardi da raggiungere attraverso battaglie politiche”, la prima conclusione a cui dobbiamo arrivare con certezza è che non si tratti di un processo democratico ma manovrato da istituzioni che possono essere di tipo economico, finanziario, burocratico, commerciale, religioso, ma anche sanitario e bellico.
Vi dice niente ciò che sta accadendo negli ultimi anni in tema di crisi economiche basate sul debito pubblico e sul costo dell’energia, di crisi sanitarie, migratorie e guerre? Non fa eccezione, ovviamente, la crisi religiosa nella quale versa la Chiesa Cattolica.
Dobbiamo quindi, come minimo, augurarci che il processo di crisi su cui si basa l’azione dei seguaci bahai non sottintenda, o comprenda, azioni pilotate dato che: “In migliaia di località in tutto il mondo, i bahá’í lavorano per realizzare questi ideali”.
A cosa ci riferisce con quel “lavorano” legato alle istituzioni?
Sempre sul sito Bahai viene specificato che le “istituzioni” a cui si fa riferimento sono le “istituzioni Bahai”, che hanno carattere indipendente, pur avendo caratteristiche comuni con altre forme di amministrazione conosciute, ma non coincidendo con nessuna di esse.
In effetti si cerca di rassicurare sul fatto che le istituzioni Bahai, – che dovrebbero stravolgere radicalmente tutto il mondo sotto i profili politico, religioso, economico, monetario, militare, finanziario, scolastico, accademico e scientifico – non abbiano nulla a che fare con le note potenti organizzazioni che tengono in pugno il mondo attuale, le quali cederebbero il passo ai rappresentati di questo nuovo culto, che conta poche migliaia di fedeli in tutto il mondo.
Ebbene, credo che chiunque possa condividere che un progetto simile potrebbe realizzarsi solo se le note istituzioni mondiali se ne prendessero carico, cosa della quale siamo praticamente certi, dato che rispecchia i programmi dell’élite mondialista.
Una caratteristica della religione Bahai è quella di non possedere un clero, cosa che riteniamo assolutamente positiva, a patto che questo non fosse stato deciso per consentire alle istituzioni mondiali di diventare, loro stesse, il clero di questo grande e moderno culto globale. Ciò sarebbe ancor più preoccupante ma, anche in caso non fosse stato deliberatamente programmato, ha una forte probabilità di concretizzarsi.
Vogliamo portare all’attenzione del lettore l’evidente fallimento e la devastazione causati dalla globalizzazione, che è stata tanto spinta negli ultimi decenni dalle élite e istituzioni mondiali, ma che ha portato a un netto peggioramento delle condizioni di vita e psicologiche in tutto il mondo, nonché alla totale sfiducia nel futuro, soprattutto da parte dei giovani che, al contrario, dovrebbero essere la linfa viva per le nuove generazioni, carica di energie, iniziative, speranza e voglia di fare.
Ma torniamo al nostro presepe, abbiamo evidenziato come la stella a nove punte riconduca inequivocabilmente alla religione Bahai, cosa che da molti lettori sarà considerata una semplice combinazione, probabilmente come altrettanta combinazione sarà considerata la contemporanea presenza dell’orditura di travetti di legno che spicca alla vista all’interno della cupola e che riproduce, sicuramente “casualmente”, lo stesso identico motivo che decora il nuovo santuario di Abdu'l-Bahá, fondatore della fede Bahai e figlio primogenito di Bahá'u'lláh.
Papa Francesco appartiene all’ordine dei Gesuiti, molto chiacchierato in merito ai suoi legami con l’élite illuminata, della quale sarebbe un’emanazione di principale rilievo sin dalla sua istituzione da parte del militare Ignazio di Loyola.
Non è una novità il fatto che, da sempre, il preposito capo dei Gesuiti, chiamato Generale Gesuita, venga appellato anche come “Papa Nero” per via della dichiarata contrapposizione con il "Papa Bianco" della Chiesa Cattolica.
Nei princìpi della Compagnia di Gesù vi è infatti la reclamata non subordinazione dell’ordine al papato cattolico.
Questo spiega il motivo per cui non sia mai stato eletto un papa gesuita fino a pochi anni fa e consente di dare un’interpretazione alle sconcertanti ripetute iniziative anticattoliche di Bergoglio, a seguito delle “inspiegabili” e sospette dimissioni di Papa Ratzinger, che abbiamo approfonditamente esposto nel Primo Trattato di Metapseudica – il libro Avrai altro Dio – dove documentiamo anche le caratteristiche e le connessioni massoniche di Papa Francesco.
Non può, quindi, stupirci l’ennesima operazione eretica e blasfema per il culto cattolico operata da Jorge Bergoglio, che va ad aggiungersi alla lista delle numerose che abbiamo, appunto, dettagliatamente riportato – presepi compresi – sempre nello stesso primo trattato.
Ci chiediamo come sia possibile che ancora tanti ferventi cattolici, proseliti di Jorge Bergoglio, non si rendano conto dell’opera di smantellamento della loro religione, e del loro Dio, operata da questo gesuita, che si è astutamente dato l’umile appellativo di Papa Francesco.
Sarà ancora un caso ma, al centro della stella a nove punte del presepe, spiccano tre petali a sbalzo che, frontalmente, formano un triangolo che richiama, in maniera stilizzata, il triangolo/piramide con l’occhio al centro, noto simbolo sia degli illuminati sia dell’ordine gesuita, nonché della Massoneria.
Nello specifico è stata addirittura posta una sorgente luminosa al centro, a rendere raggiante quell’occhio, proprio come nelle raffigurazioni.
Qualcuno, in buona fede, potrebbe obiettare che Bergoglio non fosse a conoscenza del simbolismo sciorinato da questo nuovo presepe, ma ciò non è possibile, in quanto i simboli di cui sopra sono immediatamente evidenti per gli “addetti ai lavori” del mondo religioso, di cui il papa è uno dei maggiori conoscitori, soprattutto se, tali simboli, si rifanno a un culto nel quale riconosciamo tutte le azioni e le parole di Papa Francesco, sin dal momento del suo insediamento. Pensare che Papa Francesco non riconosca tali simboli significherebbe offenderlo e considerarlo uno sprovveduto, ignorante della materia principale cui ha dedicato la vita e, pertanto, assolutamente inadatto a rivestire il ruolo di papa.
Per fare un simpatico esempio, sarebbe come se il presidente della BMW non si accorgesse che, alla festa aziendale della propria casa automobilistica, qualcuno si è dimenticato di apporre il simbolo della BMW ma, casualmente, sia stata eretta in bella vista una enorme stella a tre punte in un anello, che è il chiaro simbolo della casa concorrente: la Mercedes.
In ogni caso, a diradare ogni dubbio sul fatto che Bergoglio conosca perfettamente la realtà Bahai, vi è un chiaro e dichiarato ringraziamento che la comunità Bahai ha voluto riconoscere pubblicamente a Papa Francesco in occasione della pubblicazione della sua enciclica Laudato Si’.
Altra occasione è la lettera di benvenuto che la comunità Bahai ha indirizzato a Papa Francesco e al presidente Mattarella in occasione della loro visita a Bari, lettera di cui riportiamo il link alla fine dell’articolo.
Come dicevamo, possiamo condividere molti dei puri intenti della fede Bahai che possono raccogliere numerosi consensi, il problema è che ciò non è attuabile senza che il tutto sia gestito dalle solite mani con fini diametralmente opposti a quelli promossi nei testi Bahai. Nella migliore delle ipotesi la fede Bahai verrebbe semplicemente strumentalizzata per arrivare al completamento del Nuovo Ordine Mondiale.
Chiunque può promuovere le religioni alternative a quella cattolica che desidera, ma un papa non può farlo, almeno se vuole continuare a essere considerato cattolico, tantomeno in modo così subdolo.
La religione Bahai, infatti, considera Gesù come une della molteplici manifestazioni dello stesso unico Dio, elencando il Cristo insieme ad altre pari manifestazioni come Budda, Krishna, Maometto, Zoroastro, Abramo, Mosè. Bisognerebbe che qualcuno ricordasse a Bergoglio che, per un cattolico, questa è una vera bestemmia, in quanto Gesù è l'unico figlio di Dio, fattosi uomo ed elemento fondamentale della Santissima Trinità; è quindi impensabile metterlo sullo stesso livello degli altri menzionati.
Sicuramente i fedeli Bahai, la Massoneria e i cosiddetti “poteri forti” ringrazieranno il Santo Padre per il gradito pensierino natalizio.
L’operazione effettuata da Papa Francesco per questa subdola promozione della fede Bahai, dimostra quanto un’istituzione come la Chiesa Cattolica sia già diventata parte del progetto e come lo promuova in modo bieco e non certo trasparente, contravvenendo a quanto garantito in termini del valore della verità e della conoscenza nei testi della stessa fede Bahai. Se il buon giorno si vede dal mattino!
Ovviamente, tutte quelle sopra riportate sono solo incredibili combinazioni; poiché siamo noi i complottisti che pensano male, sarà quindi ciascuno di voi a farsi la propria giusta opinione.
Tengo a precisare di non avere nulla di personale contro la fede Bahai in sé, di cui, anzi, si possono condividere molti degli intenti. Ciò che non è accettabile è l’operazione di promozione da parte del maggior esponente della fede cattolica e il rischio che venga strumentalizzata per i secondi fini ormai noti ai più.
Cari metapseudi, come sempre, mente aperta e antenne dritte!
Buone Feste a tutti e al prossimo articolo!
Link al sito della comunità Bahai d'Italia: https://www.bahai.it/
Lettere di benvenuto al Papa e al Presidente della Repubblica da parte della Comunità Bahá’í di Bari